Bilancio in rosso: «I politici incapaci se ne stiano a casa»
II presidente di Confindustria Chieti, Paolo Primavera attacca la classe dirigente rea del buco in Regione
di Gino Di Tizio
«II buco che viene fuori improvvisamente alla Regione di ben 360 milioni, legato a come negli anni è stata gestita la sanità in Abruzzo? In una qualsiasi impresa una simile vicenda sarebbe finita con l'estromissione immediata dei colpevoli» non fa sconti il presidente della Confindustria della provincia di Chieti ingegner Paolo Primavera, convinto che «il, mondo degli imprenditori e i cittadini non possono rimanere inerti a subire l'incredibile situazione che si è creata alla Regione Abruzzo». Quello che poi per Primavera è inaccettabile è che si tenti di «risolvere la cosa con lo scambio di accuse tra le parti politiche per attribuire ad altri responsabilità che invece sono di tutti».
Cosa si deve fare allora?
Primo punto dovrebbe essere quello di accertare le responsabilità dei dirigenti e funzionari pubblici, oltre che quelle dei politici.
Chi ha sbagliato non può continuare a fare danni alla collettività.
Chi deve attribuire colpe e decidere poi il taglio delle teste?
Tocca alla politica stessa, e ai partiti che la rappresentano, farsi carico di questa responsabilità di fronte ai cittadini. Per quel che riguarda eventuali reati penali c'è la magistratura che deve intervenire, e lo ha fatto facendo scoppiare lo scandalo di Sanitopoli e portando alla sbarra i presunti colpevoli, che appartengono, come è a tutti noto, al centrodestra e al centrosinistra.
Ma tutto il discorso non può esaurirsi nei tribunali, perché ci sono anche responsabilità amministrative che vanno evidenziate. Sono considerazioni che devono trovare ascolto da parte di una politica chiamata non a riproporre il gioco grottesco dello scaricabarile, ma ad assumersi le responsabilità che le toccano e ad agire per trovare strade diverse sulle quali camminare d'ora in poi, non prima però di aver individuato coloro che, per gli errori fatti, è meglio che si fermino e che prendano altri percorsi. È un passaggio indispensabile per cambiare davvero le cose.
Non sta però invitando i "tacchini a darsi da fare per il pranzo di Natale"?
Non credo che i tacchini, per restare alla sua metafora, abbiano molta scelta nel punto in cui siamo arrivati. O si danno da fare o la festa la faranno i cittadini ad un modo di governare che è lontanissimo da ciò che essi chiedono.
Cosa propone per superare le attuali criticità?
Credo sia un dovere di chiunque faccia politica impegnarsi per uscire dalla crisi, sia della maggioranza che deve tenere aperte le porte a tutte le collaborazioni, soprattutto a quella delle parti sociali, che della minoranza, che deve lasciar perdere polemiche sterili.