Abruzzo, tra Chiodi e i futuristi è partito il gioco del cerino
Il governatore ha annunciato le dimissioni se entro il 31 dicembre non saranno varati manovra e bilancio
di Gino Di Tizio
Tra il presidente della Regione Abruzzo e i tre finiani presenti in Consiglio regionale è partito l'ormai classico gioco del cerino.
Gianni Chiodi infatti ha detto e ripetuto in diverse occasioni che se la finanziaria e il bilancio 2011 non dovessero venire approvati entro il 31 dicembre si dimetterà da presidente della giunta; i finiani hanno ribadito che non voteranno i due documenti finanziari se non verrà dato ascolto alle richieste che hanno fatto al Pdl. Richieste che prevedono l'assegnazione di un assessorato, quello della Sanità, e l'azzeramento dei commissariamenti negli enti strumentali della Regione e alle quali il presidente ha già risposto picche.In tutta evidenza non sembrano trovare breccia, almeno negli uomini di Futuro e Libertà, gli appelli alla responsabilità, perché non votare finanziaria e bilancio preventivo significherà condannare gli abruzzesi a subire un automatico aumento di Irep ed Irap, che sono già al massimo livello per l'Abruzzo.
Una situazione che Chiodi ha illustrato in tutte le possibili occasioni che ha avuto a disposizione. Insomma è muro contro muro tra presidente e i finiani, una situazione che non sembra offrire possibili aperture per un incontro finale che metta le cose al loro giusto posto.
Si andrà alla conta dei voti, se non interverranno fatti nuovi nelle ultimissime ore, prima di arrivare alla decisione finale dell'aula, con l'evidente consumazione definitiva dello strappo tra Pdl e Fli, comunque vada a finire. Da vedere quale sarà l'atteggiamento dell'Udc che alla Regione si trova all'opposizione, ma che in Abruzzo è presente in molte giunte ed è, con il coordinatore regionale del partito Enrico Di Giuseppantonio, alla presidenza della provincia di Chieti.
Votare contro, in un momento così grave per il futuro della regione, determinando conseguenze pesantissime che andrebbero a pesare soprattutto sui cittadini, potrebbe aprire una crisi nei rapporti che potrebbe coinvolgere tutto il quadro oggi esistente.
C'è anche da dire che con il reintegro nel suo ruolo di consigliere Lanfranco Venturoni, dopo la revoca dell'obbligo di dimora che ha ricevuto, potrebbe consentire alla maggioranza di far tornare ugualmente i conti.
Da vedere anche quale sarà l'atteggiamento finale del Pd, di fronte alla situazione che si è creata alla regione. Evitare comunque il ricorso all'esercizio provvisorio potrebbe essere interesse comune.
Insomma la regione vive un momento segnato da altissima tensione che in qualsiasi modo si concludano le riunioni dell'ultimo Consiglio regionale del 2010 dovrà sfociare in una rivisitazione di tutta la situazione politica all'inizio del nuovo anno. Tutto ciò potrebbe generare un quadro sostanzialmente diverso da quello attuale, anche tenendo conto delle aperture più volte fatte
all'opposizione dallo stesso presidente Chiodi.
Ma tutto dipenderà dall'esito del voto finale su finanziaria e bilancio, dopo il dibattito in corso in Consiglio regionale e le manovre politiche dentro e fuori i palazzi del potere.