Stangata di 69 milioni di euro sulle bollette
Dalla politica scarse iniziative
I cittadini serviti dall’Aca, Azienda Comprensoriale Acquedottistica, di Pescara potrebbero subire una stangata di 69 milioni di euro destinata a gravare fino al 2020 sulle bollette dell’acqua.
A lanciare l’allarme è il Forum Abruzzese dei Movimenti dell’Acqua, presente oggi con un presidio all’assemblea dei sindaci soci dell’Aca convocata presso la Provincia di Pescara.
Il salasso sulle bollette, secondo il Forum, è previsto nella proposta presentata al Tribunale dall’Amministratore Unico e illustrata oggi nel corso dell’assemblea dei sindaci.
La questione riguarda Pescara e provincia più decine di comuni del teramano e del chietino.
“I debiti accertati dell’Aca – spiega il Forum in una nota – ammontano a circa 120 milioni di euro; con la proposta di concordato preventivo si cerca una transazione proponendo ai creditori una riduzione a 69 milioni di euro che saranno prelevati dal bilancio dell’Aca nei prossimi anni e fino al 2020.
Il tutto a gravare, di fatto, sulle bollette dei cittadini, visto che l’Aca vive di questo.
Infatti questo denaro è sottratto ai servizi e alle attività dell’Aca.
Il cittadino, quindi, si troverà a pagare per un servizio che in realtà costerebbe molto di meno senza i debiti ereditati dalle passate gestioni”.
Secondo il Forum, si tratta di “una soluzione inaccettabile, perché a pagare devono essere coloro che hanno portato la società in condizioni tali da dover accedere al concordato preventivo presso il Tribunale”. Per il Forum dell’Acqua, inoltre, “sarebbe una vergogna se non si attivassero tutte le procedure di rivalsa nei confronti dei passati amministratori che hanno causato un tale buco di bilancio.
Devono essere loro a pagare, visto che si continuavano a votare bilanci in pareggio (o addirittura spacciati per bilanci in attivo) nonostante fosse chiara la situazione esplosiva dei conti della società”.
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Sindaci, ora chiarezza e trasparenza in gestione Aca
"Da questa situazione emerge una chiara esigenza: che la gestione della cosa pubblica abbia confini di certezza e di legalità. Leggerezze ci sono state e ci vuole un richiamo forte alla responsabilità. Saremo molto vigili". Così il vicesindaco di Pescara, Enzo Del Vecchio, a margine dell'assemblea dei sindaci dei Comuni soci dell'Azienda comprensoriale acquedottistica (Aca), a proposito della gestione dell'azienda e della situazione debitoria.
"Andremo a vedere cosa è accaduto nel passato - sottolinea Del Vecchio - Mi interesserò dell'Aca con grande spirito critico, così come ho fatto nel periodo 2008-2009. Proviamo un forte imbarazzo, perché sostanzialmente l'Azienda è in rientro giudiziario controllato a causa della gestione passata".
Dello stesso avviso è il sindaco di Montesilvano, Francesco Maragno, secondo cui "sono andate storte tantissime cose e gli amministratori devono avere maggiore incisività nell'azione di controllo degli atti gestionali.
Non possiamo rinunciare ad un servizio essenziale - sottolinea il primo cittadino - ma dobbiamo erogare con la massima trasparenza servizi di qualità.
E' un passaggio obbligato far ripartire la macchina Aca, a meno che non vogliamo far crollare l'indotto e perdere centinaia di posti di lavoro".
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Dal residio degli attivisti del Forum abruzzese dei movimenti per l'acqua, davanti alla Provincia di Pescara, dove è in corso l'assemblea dei sindaci dei Comuni soci dell'Azienda comprensoriale acquedottistica.
I manifestanti respingono l'ipotesi di una "stangata da 69 milioni di euro per i cittadini" e propongono, rispetto alla situazione debitoria dell'azienda, "un'azione di rivalsa verso gli amministratori degli ultimi anni". "I debiti accertati dall'Aca - ricordano al Forum - ammontano a circa 120 milioni di euro; con la proposta di concordato preventivo si cerca una transazione proponendo ai creditori una riduzione a 69 milioni di euro che saranno prelevati dal bilancio dell'Aca nei prossimi anni e fino al 2020. Il tutto a gravare, di fatto, sulle bollette dei cittadini. Questo denaro, infatti, è sottratto ai servizi e alle attività dell'Aca. Il cittadino, quindi, si troverà a pagare per un servizio che in realtà costerebbe molto meno senza i debiti ereditati dalle passate gestioni". Per gli ambientalisti sarebbe "una vergogna se non si attivassero tutte le procedure di rivalsa nei confronti dei passati amministratori che hanno causato un tale buco di bilancio. Devono essere loro a pagare - sottolineano - visto che si continuavano a votare bilanci in pareggio, nonostante la chiara ed esplosiva situazione dei conti della società. Addirittura i sindaci votarono, appena prima dell'arresto del presidente, un bilancio su cui il presidente dell'Ato aveva espresso formalmente pesantissimi rilievi". "E' uno scandalo - attaccano gli attivisti del Forum - che in un sistema ormai al collasso e in un periodo di crisi nerissima i cittadini debbano ulteriormente pagare di tasca propria i risultati di anni di gestione dissennata e clientelare".
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