Cosa significa “garantismo”?
di Gino Di Tizio
Essere garantisti è scelta impegnativa e chi la compie deve essere poi assolutamente coerente, vale a dire deve invocare sempre, in ogni occasione e per chiunque, il rispetto di diritti che si ritengono fondamentali per le persone.
Per parlare subito chiaro non si può essere garantisti, come si usa dire, a “corrente alternata”, cioè esserlo per tutelare in tutti i modi possibili gli amici e diventare poi forcaioli per l’avversario. In politica capita spesso di avere queste situazioni.Eppure di garantismo vero abbiamo bisogno, soprattutto dovrebbe essere nel bagaglio di chi produce informazione.
Chiamo in ballo a questo punto la mia categoria, quella dei giornalisti, per sostenere che essere garantisti dovrebbe impedire, per vendere qualche copia in più o guadagnare un po’ di ascolto, di trasformare i giornali o gli schermi televisivi in una gogna per il malcapitato cittadino.
Una sorta di pena anticipata e suppletiva, non prevista da alcuna legge, anzi spesso proibita dai codici.
Qui torna in ballo la pubblicazione delle foto segnaletiche, una barbarie contro cui mi scaglio da sempre, purtroppo senza risultati, perché basta aprire un giornale per trovare vere e proprie lenzuolate di foto gentilmente offerte dagli stessi esponenti delle forze dell’ordine che hanno eseguito gli arresti.
Basterebbe ricordare semplicemente che si tratta di cittadini che la Costituzione stessa vuole che siano considerati innocenti fino a che non intervenga una condanna definitiva.
Che non la rispettino i giornalisti, almeno quelli che antepongono a tutto lo scoop, può essere non accettabile, ma comprensibile, per una certa visione che si ha del mestiere, che per quel che mi riguarda ho sempre ripudiato, ma che certe violenze arrivino da rappresentanti delle istituzioni è fatto preoccupante e grave, perché investe il grado di civiltà della comunità in cui viviamo.
Come abbassa nettamente il livello di civile convivenza l’uso delle intercettazioni non per individuare e reprimere reati, ma per attivare anche in questo caso la gogna, con l’obiettivo di creare difficoltà a chi si trova nel mirino, anche se non ci sono elementi per promuovere azioni giudiziarie.
Anche tutto questo è barbarie, e va apertamente denunciato da parte di chi davvero crede nel garantismo.
Perché, torniamo al punto di partenza, essere garantisti deve significare farsi carico di doveri che non finiscono con la semplice presa d’atto di situazioni critiche, per limitarsi poi a generiche critiche.
Bisogna scendere in campo e combattere apertamente, ognuno per quello che può, gli abusi e le devianze dalla strada maestra tracciata dalle stesse leggi e soprattutto dalla nostra Costituzione.
Una battaglia di civiltà, che bisogna far di tutto per vincere, per rendere migliore la convivenza e la vita democratica.