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Arriva un timido tentativo di riforma

di Gino Di Tizio

La Corte Costituzione ha dunque ammesso che si possa andare a chiedere al popolo come sistemare situazioni decisamente critiche della nostra giustizia che non sono mai state affrontate con l'attenzione che avrebbero meritate dai nostri legislatori. 

La notizia arriva nei giorni in cui si ricorda quanto avvenne nel Belpaese con l'esplosione di Mani Pulite e offre motivi di riflessioni immediate sul fatto che la nostra classe politica ha solo subito gli eventi senza mai decidersi a farsene carico nel rispetto delle proprie prerogative costituzionali ed ha così generato il ricorso alla strada del referendum.

Lo ha promosso un partito, certo, ma questo non assolve la politica, semmai rende ancora più evidenti le sue colpe, proprio perché arriva quando, sulla spinta dell'Europa, e del premier Draghi, che non indossa alcuna divisa di partito, in Parlamento arriva un timido tentativo di riforma. 

Riforma che non soddisfa certamente le attese del popolo cosiddetto sovrano, che ora andrà a far sentire la propria voce.

Servirà a costringere la politica finalmente a prendere atto che rivedere profondamente il sistema giustizia è ormai una emergenza per il paese che pure si vanta di essere la culla del diritto ma che da sempre più la devastante impressione di rappresentarne la tomba?

tutti pazzi per la Civita

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