Nella visione del più importante giornale italiano
di Gino Di Tizio
Due pagine del Corriere della Sera, vale a dire del quotidiano più venduto in Italia, del giorno 8 ottobre, pagina 19 è tutta dedicata alla tragica vicenda di Trieste e alla uccisione dei due poliziotti, con approfondimenti ed anche polemiche sulla storia delle fondine.
Giusto dare tanto spazio ad una simile tragedia.
Ma a pagina 18 c'è appena un trafiletto di poche righe: Decreti sbagliati, scarcerati 13 boss.
Nella noticina si spiega che 13 galantuomini, riconosciuti boss della camorra, per i quali la Dda aveva chiesto condanne fino a venti anni di carcere, sono stati assolti e scarcerati. Perché?
Per il fatto che il giudice, "erroneamente" è precisato, non aveva firmato di decreti di autorizzazione delle intercettazioni che avevano portato all'arresto dei camorristi.
Quella mancata firma, visto che la forma è sostanza, ha fatto sì che venissero cancellate le registrazioni che dimostravano comportamenti delinquenziali delle persone inquisite.
Così funzionano, anzi non funzionano le cose.
Ma non è arrivato il momento in cui, oltre a creare polemiche vergognose sulle fondine, ci si dovrebbe impegnare a rivedere il funzionamento della famosa bilancia e il comportamento di chi è deputato a farla funzionare?