Grottesco il tentativo di spostare la vicenda sul piano politico
di Gino Di Tizio
Il prefetto Barbato ha giustamente messo in primo piano la sicurezza dell'evento
In un paese dove solo dopo tragedie avvenute si contano i morti e dove sicurezza e prevenzione risultano quasi sempre parole vuote di significato per chi è chiamato a gestire la cosa pubblica, lascia sconcertati ed anche indignati quanto sta avvenendo per la vicenda del concerto annullato a Jovanotti a Vasto.
Il tentativo da respingere con forza, in nome della stessa comunità civile, è quello di spostare tutta la storia, che è molto semplice e chiara nel suo successivo sviluppo, sul piano politico.
Si cerca di far passare il prefetto Giacomo Barbato come un nemico dei politici vastesi, colpevole di aver giustamente preteso l'assoluto rispetto delle regole di sicurezza, per evitare appunto altre tragedie.
In questa direzione va l'interrogazione presentata a ben tre ministri dal senatore D'Alfonso.
Qui va ricordato che a mettere paletti insormontabili sono stati coloro che sono stati chiamati a valutare proprio la sicurezza dell'evento e il rispetto delle normative relative anche ai luoghi.
Grottesco che si invochi la "mancanza di collaborazione" tra istituzioni.
A cosa avrebbe dovuto portare questo "rispetto", a chiudere gli occhi sulle tante criticità registrate?
A dare via libera a tutto solo perché si tratta di un concerto di un grande protagonista del mondo dello spettacolo?
A girarsi dall'altra parte e far finta di niente, come è accaduto per altre brutte storie che hanno portato lutto e disperazione, compresa quella di Rigopiano che il senatore ben conosce?
Il prefetto Barbato va invece ringraziato per aver messo in primissimo piano, insieme ai componenti la commissione, la tutela della vita dei nostri giovani, evitando rischi gravi legati a approssimazioni che peraltro sono state puntualmente evidenziate nei documenti esistenti.
Un attacco ingiusto da respingere: piena e convinta solidarietà al prefetto Giacomo Barbato.