Adesso aspettiamo la politica del fare!
di Tullio Parlante
La tornata elettorale è terminata.
Ci prepariamo a capire che tipo di "svolta" ci sarà, o potrebbe esserci, all' interno della nuova amministrazione comunale guidata dal Sindaco di centro-sinistra Dr. Pietro Diego Ferrara.
Premesso che il nuovo Sindaco ha un proprio modello politico di riferimento, e che in questa fase - con l'aiuto del suo entourage (insieme di persone che in genere è al seguito di un personaggio importante) cercherà le persone più adatta e qualificate per riportare agli onori della cronaca questa città sacrificata agli altari della pessima vecchia politica del passato, viene spontaneo fare alcune considerazioni.
Se è vero che prima delle elezioni si cerca in tutti i modi di ottenere un qualcosa di gratificante per l'uso continuo all'interno della nostra comunità teatina, come mai nessuno dei contendenti ha speso una parola per il manto di rifacimento che - dalla traversa di Brecciarola porta fino alla rotonda nei pressi degli uffici INPS - andrebbe immediatamente rifatto?
Forse aspettiamo che qualcuno (come sempre succede) si faccia male nel cercare di schivare le numerose buche?
Come mai a ridosso della Tiburtina, all'altezza degli uffici universitari e a trecento metri dal mercato del mercoledì allo Scalo, il semaforo è spento da oltre un mese?
Anche qui aspettiamo che succeda qualche incidente per il grande traffico che genera quella strada? Come anche la costruzione della rotonda a Brecciarola?
Perché i lavori sono fermi da più settimane? Sono finiti i danari? Ce qualche altro problema?
Noi comuni cittadini non lo sappiamo.
Ma anche qui bisogna sottolineare che se non vengono prese le dovute misure di fine lavori, prima o poi chi esce con la propria auto da Brecciarola per immettersi sulla tiburtina, essendoci delle reti di plastica abbastanza alte da non permettere la visuale per l'immissione sulla strada, rischia un incidente.
All'inizio della campagna elettorale, scrissi che se si fosse mantenuto il 50% delle cose dette e scritte sui programmi elettorali, saremmo stati molto compiaciuti, adesso, altro non possiamo fare che sperare nella indubbia capacità della nuova amministrazione.
Tuttavia, concedendo il tempo necessario per l'insediamento, e, in attesa di chi dovrà gestire le tante richieste dei cittadini che, seppur con tante difficoltà, chiedono di avere dei normali servizi, altro appiglio non v'è se non quello che la miglioria quotidiana abbia un seguito speranzoso nell'avvicendamento politico territoriale.
Questo è la suprema normalità che serve a una comunità.
Non le grandi opere (che mai si faranno) che riempiono la bocca del fare.
La collettività - inteso come la stragrande maggioranza delle persone che pagano le tasse e i servizi - ha necessità di sentire vicino le istituzioni, non solo quando ce la richiesta del voto, ma soprattutto dopo, quando il clamore della vittoria svanisce e bisogna cominciare a pensare alla risoluzione dei tanti problemi posti in agenda di programma.
D'altronde, speriamo (chi di speranza campa disperato muore) sempre che, se la caratteristica della politica rimane quello delle sole promesse, il vento questa volta possa o potrà cambiare!